High Fantasy: inserirsi in una tradizione straniera?

Mancano pochissimi giorni alla pubblicazione di Gradier (Il Mondo Sospeso #1). Il 25 Giugno sarà disponibile su Amazon in ebook e cartaceo, e l'emozione è veramente tanta.

Tra le varie cose, negli ultimi giorni ho ricevuto qualche domanda sul genere di appartenenza di Gradier. Mi sono resa conto, poi, che è qualcosa che in Italia è veramente poco presente – ed è un peccato, se volete il mio parere, perché è un genere che all'estero spopola e ha tantissimo da offrire, a livello simbolico e di narrazione.

Io leggo tanto in lingua, e tantissimi fantasy e high fantasy. Gradier è proprio uno di questi: un high fantasy, o fantasy epico, ambientato in un mondo totalmente nuovo, con un suo world building, leggi naturali predefinite e mitologia chiara e dissociata da quella del nostro mondo (con ispirazioni, ovviamente, ma di fondo abbastanza diversa).


Sono una lettrice onnivora, ma le radici a cui mi rifaccio con questa storia sono chiare. Sono cresciuta a pane e high fantasy con storie come quelle di Martin e di Flanagan, o più recenti come quelle della Maas, della Bardugo o della Schwab (dea indiscussa). Gradier punta a infilarsi in questa tradizione, che in Italia è poco presente. Le case editrici nostrane non investono spesso nel fantasy in generale, figurarsi nel fantasy epico. Speriamo, ovviamente, le cose possano cambiare... perché ci siamo evoluti, narrativamente parlando, da storie come le Cronache del Mondo Emerso di Licia Troisi. Ormai la scrittura è cambiata, i messaggi da condividere pure... è ora di seguire questo cambiamento anche in Italia.

Con Gradier proverò a dire la mia. Mi farete sapere se funzionerà, se avrà senso per voi.

Ci vediamo il 25, con tutta l'emozione possibile!

Isa

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